Don Oreste Benzi - Mi chiedono: cosa ne pensi tu delle prostitute.

Don Oreste Benzi – Associazione Papa Giovanni XXIII - Italia
Mi chiedono: cosa ne pensi tu delle prostitute. Io rispondo: nessuna donna nasce prostituta, ma c’è sempre qualcuno che la fa diventare o qualche situazione che la induce. Voi che mi leggete: se avete delle figlie di 14, 15, 16 anni, e le guardate in volto nel fiore della giovinezza, potete mai pensare che quella vostra figlia è destinata a fare la prostituta. E voi direste “no!” con orrore. Se voi vedeste sulla strada una vostra bambina, che è stata rapita, costretta a vendere il suo corpo per riempire le tasche del criminale che la prende e la vedeste circuita da un cliente, voi cosa fareste? Non andreste a liberarla? Voi tacereste?
Diceva bene Martin Luther King: “io non ho paura della cattiveria dei malvagi. Io ho paura del silenzio degli onesti”.
La donna è sempre vittima, sempre.
Voi direte: ah, don Oreste, vengono qui da noi tutte liberamente, vengono a fare soldi.
No! non è vero! non è vero!
Noi ne abbiamo, dal ’90 ad oggi, liberate più di quattro mila.
Attualmente ne abbiamo 450 nelle nostre strutture, le conosciamo in fondo.
Se voi andate per la strade, le interrogate, vi dicono tutte che loro sono libere, sono lì per divertirsi, che i soldi li hanno, son tutti loro i soldi che hanno: tutte vi diranno così. Perché i loro criminali mandano degli italiani, dei collaboratori, i quali vanno e chiedono se è libera o se no. Se le ragazze dicono che sono sfruttate, vengono bastonate, perché questi collaboratori vanno a dire al magnaccia cosa hanno detto.
Questo è il loro lavoro!
La donna è sfruttata. Il primo criminale è il cliente!
Perché il primo criminale è il cliente?
Perché se non ci fosse lui che chiede di andare a sfogare se stesso con il corpo di un’altra donna e pagata, non ci sarebbe questo commercio spaventoso delle donne, la tratta di queste creature sofferenti.
Ma lo capite che roba?!
Ma il cliente va punito! Perché il male che viene fatto a queste creature che si sentono strumento della passione fisiologica dell’uomo non passerà mai più.
Quante ragazze noi le troviamo ferite per sempre.
Ma ricordatevi che chi tace sull’iniquità e sull’ingiustizia ne è colpevole

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